Challenger Milano: si ferma in finale la corsa di Francesco Passaro, vince Coria

2022-07-02 05:15:13 By : Ms. Melissa Cai

Il 21enne azzurro tiene quasi sempre il pallino del gioco, ma alla fine deve cedere alla maggiore esperienza di Federico Coria

F. Coria b. F. Passaro 7-6(2) 6-4

Sul bel centrale dell’Aspria Harbour Club gremito di pubblico è andata in scena la finale della 16esima edizione del Challenger di Milano. In campo Francesco Passaro che, sulle ali dell’entusiasmo per la sua magnifica stagione, cerca il primo successo Challenger dopo le sfortunate finali di Sanremo e Forlì. Dall’altra parte della rete un Federico Coria (n.70 ATP) che ha giocato un torneo in modalità rullo compressore, lasciando per strada la miseria di dieci game in quattro match. L’argentino vince 7-6(2) 6-4.

Il 21enne perugino parte un po’ contratto e ha qualche difficoltà a scaricare a terra la sua superiore potenza. Così, nel tentativo di far viaggiare veloce la pallina, tende a strappare il colpo, incorrendo in qualche banale errore di troppo. Però il suo servizio è incisivo e i suoi colpi molto pesanti, tanto da costringere l’argentino a fare puro gioco di opposizione. Francesco, rispondendo sul 5-4, si procura, con un delizioso ricamo, un doppio set point. Purtroppo non riesce a sfruttare l’occasione anche perché il 30enne argentino è molto lucido e nel momento del bisogno aumenta il livello del proprio gioco, riuscendo a rifugiarsi nel tie-break che inizia con cinque punti tutti contro il servizio.

Poi mentre Coria riesce a sistemare il mirino, l’azzurro continua invece a sprecare e perde il tie-break senza conquistare nemmeno un punto sulla propria battuta. Va dato atto al perugino che non si perde assolutamente d’animo, anzi continua a spingere e a fare gioco, costringendo di nuovo Coria sulla difensiva, ma senza mai riuscire a sferrare il colpo del ko. Si arriva così al decimo gioco che è di nuovo fatale all’azzurro che prima concede match point facendosi trovare nella terra di nessuno dopo un attacco abortito, e sul colpo successivo mette in rete un diritto del tutto interlocutorio, fissando il punteggio sul 7-6(2) 6-4 a favore del suo avversario.

Peccato per Passaro che perde così la terza finale Challenger in tre mesi e manca l’occasione di aggiungere il proprio nome a un prestigioso albo d’oro che comprende, tra gli altri, Filippo Volandri, Marco Cecchinato e Tommy Robredo. Con questo risultato migliora comunque il proprio best che da lunedì dovrebbe essere al n.219 ATP, risultato incredibile se pensiamo che Francesco a inizio stagione giocava i Futures. Ma il tasso tecnico e la determinazione del ragazzo sono sicuramente da top 100. E noi personalmente siamo convinti che non manchi molto prima che la classifica si adegui all’evidenza. Per Coria è la rivincita dopo la sconfitta dello scorso anno in finale contro Jimbo Moroni e in assoluto la quarta vittoria Challenger (nel 2019 e 2021 i precedenti) che certifica una carriera discreta ma non eccezionale, niente a che vedere con quella del fratellone Guillermo che nel 2004 fu n.3 al mondo ed ebbe due match-point a Parigi prima di perdere da Gaston Gaudio. 

Non possiamo chiudere senza regalare una citazione a Luciano Darderi che, in coppia col fidato Fernando Romboli, ha vinto il torneo di doppio battendo in finale le teste di serie n.2, Diego Hidalgo/Cristian Rodriguez col punteggio di 6-4 2-6 10/5. Il 20enne italo-argentino, che già aveva vinto la scorsa settimana a Parma, migliora il proprio best di specialità salendo alla posizione n.117 ATP, quarto italiano in classifica. 

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Francesco Maestrelli invece sta aspettando, con l’ombrello aperto, di sfidare Arthur Fils

Non si può dire che Marco Cecchinato abbia particolarmente faticato nell’esordio del Challenger 80 di Luedenscheid (cittadina di 75.000 abitanti nel Nord Reno Westaflia) contro il malcapitato rumeno Nicholas David Ionel (n.311 ATP). Il doppio 6-0 con cui l’ha liquidato in appena 37 minuti parla chiaro. Qualche grana in più gliel’ha procurata nel turno successivo il padrone di casa Timo Stodder (n.433 ATP) che alla fine si è dovuto arrendere 7-6(4) 6-4, pur avendo avuto le sue occasioni. Il primo set fila via liscio fino al 5-5 senza break, con due occasioni per Ceck e tre per Stodder. Poi improvvisamente il match, a tratti sonnolento, diventa frenetico e in pochi minuti succede un po’ di tutto. Il tedesco ottiene a sorpresa il break e va a servire per il set, ma il Ceck, punto sul vivo, concede la replica immediata, rimandando ogni decisione al tie-break. In cui chiude l’avversario nell’angolo e non gli concede alcuna chance. Stodder accusa evidentemente il colpo perché nel secondo parziale sembra pensare più alle occasioni perdute che non a una tattica di gioco. Così nel quinto gioco concede il break decisivo e da quel momento l’unica occasione in cui vedrà da vicino il Ceck sarà quando andrà a rete per stringergli la mano. Nei quarti Marco se la vedrà con il vincente tra lo slovacco Filip Horansky (n.191 ATP) e il promettentissimo 18enne serbo Hamad Medjedovic (n. 395 ATP). Il ragazzo gioca molto bene, anche se bisognerebbe contare fino a dieci prima di parlarne come dell’erede di Novak Djokovic.

Al Challenger 80 di Malaga Roberto Marcora, che in febbraio aveva annunciato il ritiro, si è invece ripresentato improvvisamente in campo a Wimbledon dove ha giocato le qualificazioni (sconfitto da Radu Albot) e poi è venuto in Spagna a giocare il Challenger. Con intenzioni serie perché ha addirittura superato un turno, tra l’altro non banale, contro lo slovacco Lukas Lacko (4-6 6-4 6-4) per poi cedere al forte ispano/canadese Steven Diez 6-3 6-4. Ci fa sorridere il fatto che con Roberto avevamo ormai concordato un’intervista per parlare della sua carriera, ora dovremo, come minimo, aggiungere un altro capitolo.

Al Challenger 50 di Troyes (60.000 abitanti, capoluogo del dipartimento dell’Aube) Raul Brancaccio raggiunge i quarti superando sempre in rimonta Tristan Lamasine (4-6 6-4 6-3) e Daniel Michalsky (5-7 6-4 6-2). Nei quarti lo aspetta lo spagnolo Nikolas Sanchez Izquierdo (n.271 ATP), un 23enne catalano che a noi piace ma che finora ha ottenuto molto meno di quel che ci si poteva aspettare (sei Futures tra il 2019 e lo scorso febbraio). Dovremo aspettare venerdì per sapere se Francesco Maestrelli andrà a fargli compagnia. Infatti in terra di Francia piove a dirotto e in questo momento ci sono 13 gradi…se volete rosicare un po’. Il tennista pisano ha eliminato all’esordio lo svizzero Johan Nikles 6-1 7-5, dopo aver superato due turni di qualificazioni non banali. E adesso morde un po’ il freno, consapevole che, in caso di vittoria contro il francese Arthur Fils, gli toccherà sicuramente il doppio turno.

Si giocava anche sulla terra battuta di Cali (Colombia) dove, senza italiani in gara, il torneo si è già allineato ai quarti di finale. Torneo che presentava un’entry list piuttosto modesta con il cileno Tomas Barrios Vera (n.129 ATP) che non ha onorato la sua prima testa di serie fermandosi già al secondo turno, sorpreso dall’argentino Roman Andres Burruchaga (n.354 ATP), noto più che altro per essere il figlio di Jorge. Calciatore di non particolare lignaggio che però, nella finale mondiale del 1986, fu puntuale all’appuntamento con il passaggio di Diego Armando Maradona che lo consegnò alla storia. Con lui ai quarti di finale Facundo Mena (n.160 ATP) che, da seconda testa di serie, cercherà di far valere il grado, insidiato dal coreano Yunseong Chung, dal serbo Mijlian Zekic e dal brasiliano Rodrigues Alves, in ordine crescente di preferenza.

Il 21enne di Busto Arsizio, al 5° titolo in stagione, sembra che ormai sappia solo vincere. Lo abbiamo intervistato dopo la sua vittoria a Klosters, in attesa di vederlo “giocare con più continuità anche a livello Challenger”

Mattia Bellucci (nella foto con coach Fabio Chiappini della MXP Tennis Academy) vince anche il Future M25 di Klosters (Svizzera, Canton Grigioni) e solleva il suo quinto trofeo in stagione (tre volte Monastir e Poitiers i precedenti) su sette finali disputate. L’azzurro è stato un vero rullo compressore e non ha lasciato per strada un solo set in tutto il torneo, soffrendo veramente solo nel secondo turno contro Michael Vrbensky quando è stato costretto a un doppio tie-break. Nella finale contro l’austriaco Lukas Neumayer (n.439 ATP) è rimasto sempre in controllo, a parte una breve amnesia sul 4-0 del primo set quando si è fatto recuperare fino a 4-3, salvo poi rimettere subito le cose a posto per finire a braccia alzate col punteggio di 6-3 6-2. Con questa vittoria il 21enne Mattia migliora ulteriormente il proprio best ranking al n.312 ATP, dimostrandosi ormai abbondantemente pronto per il livello superiore. Gli abbiamo telefonato per avere un suo commento.

Tutto facile contro Lukas Neumayer?

‘In realtà non proprio perché mi sentivo molto teso, visto che la settimana precedente avevo perso la mia prima finale M25 (a Grasse contro Pol Martin Tiffon) e avere subito l’occasione per rifarmi mi metteva un po’ in agitazione. Così da fondo ho fatto un po’ di fatica, sia sul diritto, su cui stiamo lavorando tanto, che sul rovescio che è invece il mio colpo più naturale’.

Non mi sembra però che l’austriaco abbia avuto molte chance.

‘Fortunatamente sono riuscito a giocare bene nei momenti importanti e ho servito molto bene in tutto il match. Direi che questa è stata la chiave. Oltre al fatto che il mio avversario era piuttosto stanco perché il giorno prima, tra singolo e doppio, aveva giocato tre partite’.

La tua prima vittoria in un 25.000$.

‘Vero, e oltretutto sulla terra battuta che non è sicuramente la mia superficie preferita. Tra l’altro in questa stagione avevo giocato soprattutto sul veloce’.

Hai battuto, per l’ennesima volta, il tuo best ranking che adesso dice n.312 ATP.

‘Siamo molto felici che il ranking stia migliorando e questo mi permetterà di giocare con più continuità anche a livello Challenger. Questa settimana riposo anche perché durante il torneo ho avuto un fastidio alla gamba che mi ha costretto a ripetute sedute di fisioterapia. Poi sarò al Challenger di Todi (dal 4 luglio, ndr) e dopo in tutti i Challenger italiani per avere l’opportunità di crescere, sia come livello di gioco che come classifica’.

I giovani azzurri continuano a essere protagonisti nel circuito cadetto. Gigante, Passaro e Darderi, 61 anni in tre, non ne vogliono sapere di fermarsi

I tanti italiani in gara nel Challenger 80 di Milano, in corso di svolgimento sui campi del TC Aspria Harbour Club, hanno iniziato facendo la voce grossa, tanto che il solo Federico Arnaboldi (oltre a Maestrelli che però era impegnato in un derby con Gigante) si è fermato all’esordio, eliminato dal canadese Alexis Galarneau (n.294 ATP). Ma per il 22enne cugino di Andrea la stagione è appena iniziata, dopo un inverno tormentato dagli infortuni, quindi non gli manca certo il tempo per confermare i brillanti risultati dello scorso anno. Ne è assolutamente convinto il suo coach Diego Nargiso che crede molto nel ragazzo. Nel secondo turno è poi arrivata inevitabile la scrematura che ha visto approdare ai quarti Matteo Gigante, Luciano Darderi e Francesco Passaro.

Matteo Gigante ha superato in un combattutissimo derby Marco Cecchinato che in realtà è partito forte, come spesso gli accade anche in questo suo disgraziatissimo 2022, strappando subito il servizio al giovane avversario. Quando però è andato a servire per il set sul 5-3 si è bloccato, replicando un copione fin troppo consueto in questa stagione in cui il suo bilancio recita otto vittorie e diciassette sconfitte. Per contro il 20enne tennista romano non ha dimostrato alcun timore reverenziale, riportandosi in parità per poi aggiudicarsi il tie-break. A questo punto Matteo non ha più trovato ostacoli e ha fatto suo l’incontro 7-6(3) 6-1. Nei quarti troverà il magiaro Fabian Marozsan (n.297 ATP) in un match che si preannuncia molto equilibrato.

Accede ai quarti anche Luciano Darderi che è stato bravo ad approfittare di un buon tabellone perché, dopo aver liquidato il modesto Inigo Cervantes, si è trovato davanti il 33enne Ernests Gulbis che è l’ombra del bel giocatore che fu (n.10 nel 2014) e il risultato a favore dell’italo-argentino (6-3 4-2 rit.) non è stato per niente sofferto. Sicuramente sarà più dura nel prossimo turno contro Federico Coria (n.70 ATP e prima testa di serie) che appare molto tonico e in due match ha lasciato per strada appena quattro game. Completa il quadro Francesco Passaro che, cavalcando l’onda di un grande entusiasmo, ha frantumato il canadese Alexis Galarneau (n.294 ATP) con un secco 6-1 6-3. L’incrocio con il norvegese Viktor Durasovic non dovrebbe essere impossibile.

Fuori invece al secondo turno Gianmarco Ferrari che si fa sorprendere dal giapponese Shintaro Mochizuki, così come Giovanni Fonio che non partiva favorito col russo Alexander Shevchenko, giocatore on fire se ce n’è uno. Niente da fare per Raul Brancaccio che si fa rimontare dal non irresistibile norvegese Viktor Durasovic (n.315 ATP).

Non c’erano italiani invece al Challenger 80 di Oeiras (Portogallo) che ha sofferto, più di Milano, la concomitanza con le qualificazioni di Wimbledon. Un solo top 100 (la testa di serie n.1 Carballes Baena) e una entry list piuttosto modesta.

Si giocava anche a Buenos Aires, un Challenger 50 che, oltre a cadere nella settimana sbagliata, conferma come il Sudamerica sia, salvo un paio di eccezioni, estrema periferia del tennis che conta. Juan Pablo Ficovich che gioca da prima testa di serie è n.168 ATP e questo ci racconta molto di un torneo che con 17 argentini su 32 partecipanti assomiglia molto a un campionato nazionale albiceleste, privato però dei suoi migliori rappresentanti se è vero che Ficovich è appena il n.14 del proprio paese.

ASPRIA TENNIS CUP – TROFEO BCS (45.730€, terra battuta)

Fabian Marozsan (UNG) b. Alexei Vatutin (RUS) 6-2 6-3

Viktor Durasovic (NOR) b. Raul Brancaccio (ITA) 4-6 6-1 6-3

Matteo Gigante (ITA) b. Marco Cecchinato (ITA) 7-6(3) 6-1

Francesco Passaro (ITA) b. Alexis Galarneau (CAN) 6-1 6-2

Hidalgo / Rodriguez (ECU-COL) 6-4 b. Huey / Skugor (FIL-CRO) 4-6 6-3 10-7

Arneodo / Eysseric (MON-FRA) b. Arnaboldi / Ferrari (ITA-ITA) 4-6 6-3 10-5

Darderi / Romboli (ITA-BRA) b. Matuszewski / Paulson (POL-CZE) 4-6 6-2 10-8

Lomakin / Manafov (KAZ-UCR) b. Vatutin / Weissborn (RUS-AUT) 7-6(4) 7-6(2)

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