Sui bus Ataf il «battito» di Foggia - La Gazzetta del Mezzogiorno

2022-08-27 16:38:42 By : Ms. Josie Wu

FOGGIA - «Vengo dalla Romania. Sono quindici anni che faccio la badante a Foggia. Questa città è complessa ma se sei una persona propositiva puoi trovarla vivibile. Ogni giorno lo passo sul bus per tre ore e mezza per andare al lavoro e rincasare. Sul pullman, a parte il balletto provocato dalle buche stradali, c’è da distrarsi e se becchi la corriera fortunata ci trovi l’aria condizionata». Il sorriso di Giorgia è la prima istantanea di una mattina di giugno vissuta dentro il trasporto urbano di Foggia. La 12 è una delle tre linee dell’Ataf che permettono alla pendolare di raggiungere il sito del lavoro ubicato al «Cep», nell’estremo sud della città, dopo aver preso la coincidenza dal Terminal intermodale della Stazione, dove ci era arrivata con la «circolare» 18 presa dalla zona «Salice Nuovo» dove abita.

Per lavorare l’assistente domiciliare si sciroppa 28.8 km di andata e ritorno in ognuno dei suoi 25 giorni mensili di media, che sono circa 700 sui 3 milioni e 800mila chilometri consumati all’anno dall’Azienda Trasporti Automobilistici Foggia, coprendo un’area complessiva di 507 km, urbana e suburbana, con 19 ore di viaggio quotidiano, scandito da 420 corse e 754 fermate, lungo una mappa di 32 linee totali. «I primi bus partono alle 5, gli ultimi circolano sino mezzanotte. In pratica garantiamo 19 su 24 ore di viaggio quotidiano. Attraverso turni alla guida di 6 ore e mezza che non sono una passeggiata, ma lo stress i colleghi lo affrontano col sorriso» racconta alla «Gazzetta» Gianni Coccia. Trentacinque anni nell’azienda municipalizzata al 100%. Dalla guida dei bus ora è addetto all’esercizio del personale al movimento. Area di competenza quella del Terminal da dove il 12 preso dalla «nostra» badante è impresso sulla facciata di uno dei 17 mezzi di ultima generazione Mercedes dotati di refrigerio che di estate, in una delle città italiane più torride, sono un balsamo.

I nuovi pullman di una flotta operativa pari a 41 mezzi, sono stati inaugurati il 21 ottobre 2021 dall’Ataf con lo slogan «Siamo tutti a bordo dello stesso autobus. Per un servizio migliore rispetta ciò che è anche tuo». Dopo più di mezzo anno di esperimento a bordo, il risultato civile si è visto? «Dipende dall’educazione. Il Covid ha abituato male una buona fetta dell’utenza, perché durante i due anni di restrizione non si potevano maneggiare i biglietti e nella sostanza si viaggiava gratis. Ora molti pretendono ancora le corse free ma rafforzando, per quanto possibile, i controlli, l’attitudine alla civiltà a bordo migliora» dice Domenico Fanelli, uno degli unici due verificatori (controllori in gergo comune) su una pianta organica di esercizio pari a 140 unità, che giungono a 190 con pulitori, meccanici, impiegati e addetti alla vendita.

«La nostra piattaforma è sottodimensionata per un 30% che l’Ataf colmerà prossimamente, smuovendo le assunzioni ferme al 2009» spiega Luigi Pegna, vice segretario Filt Cgil aziendale. La conferma giunge dal segretario territoriale della stessa sigla Antonio Travisano, impiegato alla guida dei mezzi. Controlla invece il possesso dei biglietti Pegna, che è l’altro verificatore del trasporto. Spesso fioccano le multe, come accade a due universitarie spagnole a Foggia per il progetto Erasmus. Pegna e Fanelli le trovano senza tagliando. Le iberiche si appigliano alla loro legge: «A Madrid gli under 25 viaggiano gratis, non funziona così anche in Italia?». I verificatori sdrammatizzano con un sorriso, ma fanno rispettare le norme: «Multa da 50 euro ciascuna sul momento o 100 euro coi tempi dilatati». Le spagnole fanno spallucce e pagano. Per non incappare nella sanzione avrebbero dovuto informarsi dal sito dell’Ataf che, oltre ad indicare la mappa del traffico spiega le modalità di acquisto, disponibile (dice il portale) su 170 rivendite dislocate sul territorio. «L’Ataf - spiega Maria Antonietta Orsini, responsabile Biglietteria al Terminal - sta implementando la digitalizzazione attraverso l’app My Cicero.

Una modalità comoda, che farà parte di una campagna di sensibilizzazione rivolta soprattutto alle scuole che costituisce lo zoccolo duro della nostra clientela». A proposito di utenza. C’è chi come l’autista di lungo corso Giovanni Rullo, si ricorda quando «avevamo 55 linee giornaliere, che soddisfacevano una richiesta maggiore di viaggiatori. Poi dal 2003 le corse sono scese alla quarantina di oggi, vista il decremento dell’utenza. Le ragioni? Principalmente la chiusura di molte fabbriche come lo zuccherificio Sfir, lo stabilimento Fildaunia e la holding Frigodaunia». La crisi industriale si rispecchia nelle sole cinque corse che vengono garantite dall’Ataf mediatnte la linea Asi, che collega la stazione all’Area di sviluppo industriale sita in zona «Incoronata», quasi attigua al GrandApulia, la «Mecca» del commercio foggiano che la società dei trasporti in house del Comune serve con la linea ad hoc «LGA». La circolare parte dalla stazione 11 volte al giorno (dalle 8.35 alle 21.25), si ferma in 34 stazioni e tocca la punta estrema del frequentato Santuario dell’Incoronata.

Un’altra destinazione popolare è Borgo Mezzanone, per via della presenza dei migranti destinati al Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo, che permane in condizioni precarie, in attesa di essere trasformato come da Cis del governo-Conte in foresteria. Ci sperano gli extracomunitari che, giornalmente, affollano la linea 24 che dalle 6.50 alle 23 di fine servizio garantisce 39 corse Stazione-Mezzanone. «Spesso quella linea supera il massimo consentito - dicono dall’Ataf - toccando sino a cento unità, specie nel periodo del raccolto dei pomodori, non tutti dotati di biglietto, con a bordo borse, indumenti, pezzi di arredamento e l’immancabile cartellina dei documenti da regolarizzare». Il traffico umano è intenso al Terminal intitolato all’on. Russo. Prima di salire sul bus si discute dello stato dell’Ataf.

«Foggia non ha le corsie preferenziali e questa è una criticità che si ripercuote sugli orari, ma gli operatori si sforzano di rispettarli» sottolinea Antonio Tuand, della Faisa Cisal. Parole che si riflettono nella testimonianza di Bruna Capuano, sulla corsa 5 diretta al «Riuniti». La viaggiatrice, giunta da Barletta per accompagnare la mamma al policlinico «per cure specialistiche», spiega: «In passato coi miei familiari abbiamo subìto furti alla stazione di Foggia, ora ci sono tornata perché ci sono più controlli. E devo dire che in questo bus si respira aria di serenità».

Condividi le tue opinioni su

Il video condiviso da Saverio Congedo, di Fratelli d'Italia

Il comizio del leader della Lega a Picerno, dove la società di calcio gli regala la maglia numero 9. Boccia lo critica: «E' un politico pericoloso»

i più visti della sezione